Oggi inauguriamo un’altra novità del 2018 (dopo cambio tema e newsletter, non vediamo l’ora di farvi vedere cos’altro vi aspetta!): una nuova rubrica tutta al maschile dedicata ai consigli per gli uomini, specialmente sulla skincare. È un argomento che interessa sia i maschi, sempre più attenti alla cura personale, che, ammettiamolo, anche le ragazze: quante di noi non sanno cosa regalare al proprio uomo/padre/amico e si disperano per giorni e giorni? 
Oggi passiamo la parola a Federico, che ci spiega come scegliere il rasoio giusto se vogliamo iniziare a raderci in maniera tradizionale:

«The razor was a sword of freedom. Shaving was an act of rebellion.»
(T. Prachett, Feet of clay)

Provo un poco di imbarazzo a inaugurare le incursioni maschili su Skincare & Psicofarmaci. Non tanto per l’indiscussa femminilità delle autrici (per dovere di cronaca: hanno approfittato del troppo gin presente a casa di Giulia -e in me- per estorcermi la promessa di scrivere sul blog) al cui confronto mi sento un cigno che deraglia (direbbe Umberto Eco), quanto più per quella delle lettrici: mi immagino già le loro perplessità nel leggere di rasoi monolama, oli e pennelli da barba.

Ma tant’è. Ed in ogni caso, credo che quel minimo di conoscenza dell’argomento possa venir bene nelle discussioni da bar (magari un giorno parlerò anche di quelle) e per il Natale (sempre meglio muoversi per tempo, no?).

Rasoi, si diceva.

Per cominciare e arrivare subito al punto, bisogna sapere che esistono diversi modi per radere un volto maschile. I rasoi elettrici, i rasoi classici (multilama o monolama), gli shavette e i mano libera.

Escludo subito i rasoi a mano libera che, sebbene rappresentino il classico dei classici (avete presente i film di mafia, no?) e offrano non pochi pregi, non son ciò con cui vi consiglierei di iniziare (sono più costosi, richiedono una certa manutenzione e il rischio di tagliarsi il naso è dietro l’angolo).

Per di più do per scontato che questo sia un articolo per chi vuole fare un salto di qualità, non certo per chi già padroneggia l’arte del radersi.

Pertanto facciamo che ne veniate da un rasoio elettrico o un multilama. Ebbene, la differenza che c’è con lo shavette è la stessa che passa tra il vino del discount e un buon Chianti d’annata. Chi sceglie il vino del discount probabilmente (auspicabilmente) vuole solo cucinare un piatto che lo prevede, e dunque assolvere un dovere. Chi sceglie il Chianti invece vuole anche tutto il piacere e la ricchezza di un sapore complesso, accostato a saggi abbinamenti (fegato umano, secondo il dr. Hannibal Lecter).

Mi è venuta sete.

Quali sono i vantaggi? Da genovese lo dico subito, in primis i costi. Il rasoio, specie online, costa davvero poco e come regalo fa sempre la sua bella figura. La scelta è vasta, ma non c’è bisogno di spendere molto per un ottimo prodotto: la mia scelta ricade sul Sanguine Wood R5, in legno e perciò con un sapore molto classico, ma per chi preferisce ne esistono anche molte versioni in acciaio o in materiali più pregiati.

Per quanto riguarda le lamette, la scelta è sconfinata in quanto si tratta davvero, nel senso stretto del termine, di una questione «di pelle». Proprio per questo esistono dei set di prova con cui sbizzarrirvi, altrimenti se volete andare sul sicuro e la barba non è dura quanto il filo spinato potete andare sul sicuro con le Astra Verdi.

Per la cronaca, i costi: ogni lametta si spezza (se ne usa solo metà per volta) e, salvo rari casi, potete benissimo fare fino a tre rasature con la stessa. Ne consegue che un set da 100 come quello delle Astra vi garantisce fino a 600 rasature (più di due anni!) al costo di 0,02€ l’una. E’ stato stimato (qui) che chi usa i multilama spende anche cinque volte di più di chi si fa la barba in maniera tradizionale.

Tenete presente anche che la rasatura sarà profonda, pertanto non sempre (specie se vi fate la barba ogni 2 o 3 giorni) sarà necessario andare anche contropelo. Ovvio, le prime volte probabilmente riporterete irritazione e anche qualche piccolo taglio facilmente rimediabile, ma è fisiologico della pelle che si adatta alla novità. In pochi giorni la sensazione sarà svanita, e avrete una pelle sana come non mai.

Per me il vantaggio è anche psicologico. Si va sempre di corsa: oggi andare veloci non è preferibile, ma è un obbligo. Ecco allora che prendersi una pausa, fermarsi e fare un tuffo nel passato porta con sé dei benefici. Non ultimo, quello di avere un momento di intimità col proprio volto che, piaccia o no, è la nostra finestra sul mondo. Conoscerlo vuol dire anche conoscersi.

C’è poi questa idea che in fin dei conti non mi è andata mai troppo giù: perché devo passare tre, quattro, sei lamette sulla pelle? Immaginiamoci di fare pelo e contropelo: vorrà dire che nella migliore delle ipotesi un filo di acciaio mi intontirà la pelle fino a dodici volte. Credo che abbia proprio il diritto di lamentarsi con foruncoli e arrossamenti. Con lo shavette parliamo di una, massimo due lame che scorrono sulla pelle. Una bella sofferenza risparmiata, non è così?

Ed anche l’olfatto ha il suo giusto premio. Tra prebarba (opzionale), schiuma da barba e dopobarba si ci può sbizzarrire con gli accostamenti e godere di profumi che ci accompagneranno sulla pelle per buona parte del giorno. Personalmente mi piace andare in base alle stagioni: sandalo per l’inverno, mentolo o profumi agrumati per quando fuori c’è il sole. [Warning: mi è capitato di usare sapone e dopobarba al mentolo in pieno inverno, andando a prendere un treno alle 6 di mattina: non lo consiglio a nessuno.]

Al di là dei vantaggi che ho cercato di elencare, va detto che dietro alla rasatura c’è tutto un mondo. Quello che è generalmente un incomodo mattutino può trasformarsi facilmente in un vero e proprio rito. Personalmente ascolto la musica (in particolare questa playlist) e quando ho tempo cerco davvero di fare tutto come dal barbiere: asciugamano caldo in faccia, sapone montato con il pennello e dopobarba abbinato.

Insomma, quando se ne ha l’occasione vale davvero la pena di scendere dalla vorticosa giostra del mondo e prendersi un po’ di tempo per una cosa del genere. E’ il modo migliore per iniziare o concludere la giornata.

Federico, tecnocrate ipertecnologico alla ricerca dei piaceri di una volta