Mi confesso: io sono una di quelle persone che guarda le serie tv soltanto perchè ci sono attori di altre serie tv che le piacciono. E non mi giudicate, so che anche voi lo fate.

In questo periodo avevo iniziato un rewatch di Game of Thrones e ovunque nel web e sui social mi vedo spuntare il King of the North in versione poliziotto, pubblicizzando una serie tv andata in onda sulla BBC questa estate. La curiosità era tanta, ed un giorno così, senza preavviso me la vedo spuntare su Netflix. Ormai passo talmente tante ore su quella piattaforma che inizia ad avverare i miei desideri. Comunque, conclusa la terza serie di Daredevil (che vi consiglio vivamete…è la più bella delle tre) inizio questa Bodyguard. Meraviglia del creato, amore a prima vista!

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I suoi punti di forza

Bodyguard ha tutto quello che mi piace in una serie tv. Primo: è inglese, e si sa che gli inglesi “do it better”. Secondo: è un thriller/complotto politico/attualità. La storia è ambientata nella Londra contemporanea, nel cuore della politica Inglese, la tensione è alta per il pericolo degli attacchi terroristici. Un poliziotto scelto, ex militare, viene assegnato come guardia del corpo della ministra dell’Interno.

La trama è molto complessa, e come ogni thriller che si rispetti ci lascia con il fiato sospeso fino alla fine. Nulla è scontato. Spesso mi capita di guardare una serie tv o un film e di sapere esattamente cosa sta per succedere. Ecco, con Bodyguard questo non accade. Quando ti fai un idea su come proseguirà la storia rimani sempre (almeno a me è successo) piacevolmente colpito dal geniale svolgimento dei fatti.

I protagonisti:

credits: panorama.it

I personaggi sono ben delineati. Il sergente Budd (Richard Madden) ha veramente tantissime sfaccettature nella personalità. Il suo lottare con il disturbo da stress post-traumatico è evidente e si combina con un incredibile autocontrollo e disciplina. Spesso con gentilezza e tatto sconcertanti per un uomo dal sangue così freddo. Mentre l’Onorevole Julia Montague (Keleey Hawes) è una donna forte, con grandi responsabilità e una carriera strepitosa. Anche lei è molto ben scritta grazie ai suoi “difetti” evidenti. Si sa che il realismo sta nel mezzo. Ha dei momenti di debolezza, comportamenti scorretti, senza che però traspaia un messaggio stereotipato sulla figura femminile al potere.

Perchè guardarla?

Perchè è scritta e interpretata con quei ritmi che solo gli inglesi hanno. Ritmi lunghi ma mai noiosi. Perchè è una storia avvincente, senza le “trovate” assurde e forzate a cui si rivolgono i nuovi telefilm senza sostanza (tipo la Casa di Carta…non me ne volete…). Perchè ci mancava il compianto Robb Stark? Fate voi, ma sappiate che a me è piaciuta tantissimo!

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