reggiseno

That’s it. All’inizio di questa estate ho deciso di smettere di indossare il reggiseno. Breaking news, ma checcefrega a noi, giusto?
No, sbagliato.
Perchè una decisione così semplice e – mi verrebbe da aggiungere – così ridicola come smettere di indossare un capo di abbigliamento ha invece dei risvolti interessanti se riguarda una delle parti del corpo più normate, chiacchierate e adocchiate delle donne.
Farebbe notizia qualcuno che dice, che ne so, di aver smesso di indossare le sciarpe? O i cardigan? Non credo proprio.
Ma vediamo di analizzare questa scelta.

Perchè ho smesso di indossare il reggiseno

Perchè è scomodo. Fine.
Ho il seno piccolo, quindi non ho mai sentito mia la necessità di “sostenere” (ma su questo torneremo dopo). La finalità principale per cui indossavo il reggiseno era coprire i capezzoli ed impedire qualsiasi movimento del mio seno. Ha una parola questa cosa? De-sessualizzare una parte del corpo che viene costantemente sessualizzata in tutti i modi possibili, dalle pubblicità ad Instagram e via discorrendo? Rispettare una norma sociale che impone alle donne di (contemporaneamente) coprire e mettere in mostra le proprie tette? Non so, scegliete voi.

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Per coprire, ho sempre scelto reggiseni preformati e mai quelli semplici con un solo strato di cotone. Non a caso in inglese li chiamano “t-shirt bra”, cioè reggiseno da maglietta, perchè tutte sanno che la maglietta non nasconde i capezzoli in caso di gelate improvvise. I reggiseni preformati nel 99% dei casi hanno il ferretto (nell’altro 1% di solito si sformano dopo qualche lavaggio: tratto da una storia vera), il ferretto è scomodo perchè raramente un pezzo di metallo sagomato si adatta al tuo corpo. Inoltre, vogliamo parlare delle spalline, del disagio dei reggiseni senza spalline che scendono verso valle, del fatto che comunque li devi stringere? Delle spalline trasparenti (orrore!), del push up che si vede lontano un miglio, della fantasia che si intravede, della stoffa che spunta? Insomma, sì, noi donne facciamo una vita di merda.
Non è solo una questione di “trovare il reggiseno giusto” – anche se è una cosa intelligente da fare. Ho dei reggiseni di Triumph che costano un quinto del mio affitto e che sono comodissimi, finchè non te li levi e scopri che niente è meglio.
Ecco cosa cercavo: quella sensazione di benessere che ogni ragazza o donna ha sperimentato quando torna a casa e con un gesto godurioso si toglie il reggiseno e lo getta in un angolo, ma sempre.

Come ho fatto

In concreto? È iniziato tutto due estati fa, quando in vacanza faceva un caldo bestiale e il mio ragazzo, di fronte al mio evidente disagio, mi ha suggerito di provare a togliere il reggiseno per evitare – almeno – di avere un mini corpetto stritolante mentre camminavo sotto il sole e i 40°. Ahh, che sensazione di libertà! I primi giorni ero costantemente conscia delle mie tette (si vedono? non si vedono? qualcuno mi guarda male? mi hanno notata? così, a loop), ma già verso la fine della settimana mi ero abituata. Peccato che tornata a casa abbia ricominciato a metterlo, complice il fatto che all’epoca lavoravo in un ambiente formale. Ho ricominciato l’estate dopo, nella mia città, ho tirato avanti per tutta l’estate e poi ho di nuovo indossato il reggiseno a settembre. Quest’estate ho ragionato sull’assurdità della cosa: ma se sono arrivata al punto di toglierlo nella stagione in cui è più “imbarazzante” che io lo faccia, tra canottiere e vestitini leggeri, perchè dovrei tenerlo quando addosso ho dieci maglioni e sette pile del Decathlon?

Detto, fatto. Voilà. Non vuol dire che io mi sia messa a bruciare i reggiseni in piazza, anche se sarebbe stato divertente, lo ammetto. Se il vestito lo richiede perchè particolarmente trasparente, lo metto; ma ho scoperto con piacere che il 99% del mio guardaroba è già compatibile con questa scelta e l’unica volta in cui mi sono pentita di non averlo indossato è quando una settimana fa sono stata dal mio fisioterapista che doveva trattarmi la schiena. Alla fine non è stato un grosso problema, perchè avendo solo una maglietta ha potuto tranquillamente fare il trattamento attraverso la stoffa leggera, ma per la prossima volta ricorderò di indossare un reggiseno sportivo.

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Il senso di smettere di indossare il reggiseno

Per me è un gesto femminista, se con femminista intendiamo qualcosa che amplia la mia libertà personale, mi fa vivere meglio e più felicemente e riduce il potere che la società cerca di esercitare sul mio modo di essere donna. Voglio normalizzare il seno, voglio che sia trattato come una parte qualunque. Voglio smettere di preoccuparmi costantemente del mio corpo mentre parlo, cammino, studio, lavoro, faccio compere, fotografo i gatti per strada. Vorrei che un capezzolo che si intravede non fosse considerato un invito sessuale o un’ammissione esplicita di zoccolagine, salvo che nel caso che al suddetto sia attaccato (giustamente) un bambino allattato. Voglio stare comoda.

Obiezioni varie ed eventuali

Beata te che puoi, hai il seno piccolo!
Il diritto dei seni di stare comodi è di tutte, non solo delle taglie piccole. Altrimenti creiamo un nuovo standard: tette che possono stare comode e tette che devono sempre stare recluse perchè potrebbero oscillare!
Ma non ti cadono col tempo?
La scienza non ha ancora dimostrato nulla al riguardo, anzi: pare che indossare il reggiseno più di 7-8 ore al giorno faccia male.
Ma non è elegante!
Basta indossare un capo con un tessuto strutturato.
Ma il mio seno è grande e mi fa male.
Indossa felicemente il reggiseno. Fai quello che ti fa stare meglio.
E con lo sport come fai?
Indosso i reggiseni sportivi.
Non ti guardano male/molestano/commentano?
Personalmente, mai successo.
Ho paura di essere l’unica a fare una cosa del genere!
Ho scoperto con piacere che ci sono un sacco di tette in libertà da quando ci presto attenzione.
E se volessi iniziare in modo soft?
Toglilo solo in inverno quando hai capi pesanti addosso!

Ecco quello che ho pensato nel corso di questo percorso, partendo da un gesto piccolo, ma per me importante.
Hai altre domande? Scrivimele nei commenti! Ti aspetto!

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